存档:《乌坎人,历史的浮雕》意大利文翻译。
La gente di Wukan, bassorilievo sulla storia
Autore: Chang Ping (长平)
Articolo Originale: 乌坎人,历史的浮雕

Dopo aver ripercorso le vicende del 2011, Chang Ping racconta la protesta di Wukan esplorandone il significato nuovo che assume nella storia delle proteste contadine in Cina. Chang Ping smentisce alcuni pregiudizi per cui i cinesi non sono fatti per la democrazia. L'articolo è stato pubblicato su iSun Affairs il 23 dicembre 2011.

Gente di Wukan. Gente di Wukan.
Devo sforzarmi per non far diventare questo testo una poesia lirica.
Gente di Wukan. Gente di Wukan.
Meritate le lodi di tutti i cinesi, ma spero che il vostro nome non diventi una leggenda.

Frotte di polizia e agenti in borghese, pressati all’ingresso del McDonald’s di Wangfujing. Così è iniziato il 2011.
Mentre sbocciavano gelsomini nel mondo arabo, l’attitudine risoluta del governo cinese nei confronti di rivoluzionari pieni di speranza continua a fare affidamento alla forza armata per mantenere l’autorità. È l’immagine simbolica della cruda interferenza nella vita della gente comune.
Quindi l’arresto di Ran Yunfei, la scomparsa di Ai Weiwei, gli avvocati dei weiquan (1) messi a tacere. Linyi, villaggio dello Shandong dove abita Chen Guangcheng è diventato un antro oscuro noto in tutto il mondo, dove i visitatori vengono colpiti e derubati, mentre il governo spende soldi per tramutare gli abitanti del villaggio in farabutti.
[…] I netizen hanno reso Weibo l’ancora di salvezza dell’opinione pubblica, la saggezza popolare è venuta fuori, ma l’atteggiamento (restrittivo) del governo si è rafforzato colpendo i siti commerciali. […]L'economia cinese, prima sostenuta come salvatrice della crisi economica mondiale, all'improvviso si è indebolita. Il mercato della proprietà immobiliare ha barcollato sul filo tremolante di Weibo, e la finanza da tempo fluttua come un cadavere per il paese. Le aziende di proprietà statale indulgono nella baldoria del monopolio, mentre restano ardui i mezzi di sussistenza di piccole e medie imprese. Agli utenti di Weibo viene richiesto il vero nome per esprimersi, mentre le proprietà dei funzionari non possono essere rese pubbliche. […] L’improvvisa comparsa di candidati indipendenti in elezioni a livello locale ha fatto rinascere il sogno di un cambiamento del sistema. Il governo ha abbandonato anche i fronzoli tollerati sotto il potere per più di dieci anni, colpendo apertamente i candidati indipendenti.
Proteste e segnali di fumo ovunque. […]

La situazione è troppo complicata, la realtà troppo brutale. Così dicono i cinesi. Alla fine dell'anno, fortunatamente, vediamo la gente di Wukan.
Hanno reso tutto così semplice. Hanno usato l'azione per screditare innumerevoli menzogne, aprendo un nuovo capitolo della politica democratica cinese.
La fine del 2011 diventa un nuovo inizio.
Il grido della gente di Wukan è simile a quello di numerosi cinesi, che per anni si sono opposti alla corruzione dei livelli base. Il segretario del Partito del villaggio, in carica per quarant’anni, ha seguito le regole di potere e le pratiche cinesi, affidandosi al dispotismo e alla corruzione veniale. Si può immaginare la collusione tra i livelli alti e bassi della politica e la non trasparenza nei confronti delle persone. Caso comune a molte parti della Cina, la compravendita della terra è diventato il metodo che i funzionari usano per arricchirsi.
Gli abitanti dei villaggi si sono appellati più volte alle autorità, hanno fatto petizioni su petizioni. Gli appelli vengono ignorati, le azioni schiacciate, la dignità umiliata. Allora [gli abitanti del villaggio] lanciano una protesta ancora più grande, e quello che incontrano è la polizia armata di manganelli, scudi e lacrimogeni. E ancora minacce del governo e false promesse.
Hanno fondato delle organizzazioni autonome di villaggio, hanno eletto democraticamente i propri leader e accolto giornalisti stranieri. Il governo, di cui al momento delle petizioni non si vedeva l'ombra, all'improvviso si desta. Riaffiora lo spirito del “editoriale del 26 aprile” di 22 anni fa (2).
L'esigua minoranza viene definita come cospiratrice di trame diaboliche e la restante maggioranza come scriteriati, incitati e strumentalizzati da una cospirazione di forze ostili straniere.
[…] Come successo in altre città e villaggi, quello che aspetta [la gente di] Wukan è una ripulita violenta e il momento opportuno per fare i conti. Alcuni leader sono stati arrestati in segreto. Xue Jinpo, uno dei capi del villaggio è morto dopo l'arresto.
La morte può portare terrore, oppure la resistenza a costo della vita. La gente di Wukan ha scelto la seconda.
Hanno eretto barricate e ostacoli alla polizia, hanno continuato a ricevere giornalisti stranieri, servendosi dei nuovi media per portare avanti la propaganda, preparando azioni più grandi, mandando ultimatum al governo, mettendo in guardia i funzionari implicati…
Il mondo intero è stato in ansia per la loro sicurezza.
Poi tutto è volto al meglio. La polizia si è ritirata, e sono arrivati i funzionari per procedere con i negoziati.
Gli abitanti di Wukan hanno vinto i negoziati. Il governo ha acconsentito a tre delle loro richieste: la liberazione degli arrestati, la restituzione dei corpi dei loro morti per effettuare l’autopsia, il riconoscimento della legittimità delle organizzazioni autonome degli abitanti. Anche se si tratta di promesse verbali che non è detto vengano realizzate, la gente di Wukan ha già scritto la storia.
Le dimostrazioni sono ancora in corso, la polizia se ne è andata: è la prima volta.
Il riconoscimento degli abitanti del villaggio come soggetto della richiesta di interessi; il ritiro degli stupidi pretesti di strumentalizzazione e incitamento delle forze ostili straniere. È  la prima volta.
L’incrinatura del controllo del governo, la realizzazione di tre mesi di autogoverno, l’elezione di un consiglio di autogoverno, la vittoria dei diritti civili. È la prima volta.
E soprattutto, per la prima volta il governo è stato forzato a riconoscere un consiglio precedentemente definito “organizzazione illegale”.
Ancor più degno di nota, come ha notato  Chen Ping, il direttore di questa testata, è che per la prima volta che i contadini cinesi sono saliti sul palco della storia con uno status di cittadini, mettendo in pratica – per la prima volta nella Cina rurale – un autogoverno moderno e democratico. […]

Le menzogne inculcate dal governo servendosi di qualunque metodo sono già diventate  verità per molti. Non solo molti cinesi non le mettono in discussione, ma sempre più  stranieri annuiscono.
Menzogna numero uno: i cinesi non sono adatti alla democrazia, che disprezzano.
Il villaggio di Wukan, ha un nome tipicamente cinese e detiene una ricca tradizione culturale. Qui le idee patriarcali sono molto radicate e per sessant'anni è stato educato dal Partito comunista: è un tipico villaggio cinese. Non solo Wukan anela alla democrazia, ma i suoi abitanti l’hanno realizzata e non esitano a dare la vita per difenderne i risultati.
Menzogna numero due: i cinesi non sono educati alla democrazia, i cambiamenti devono avvenire gradualmente.
Di certo la democrazia è una disciplina, e ha bisogno di essere coltivata nel tempo.  Ma la base della democrazia, comprensibile anche ai bambini di tre anni, è scegliere equamente le persone adatte a rappresentare tutti.
Senza la realizzazione della democrazia il risultato è dispotismo, e non può diventarne causa. […] I fatti di Wukan dimostrano che i cinesi possono attuare la democrazia come qualunque altra nazione.
Menzogna numero tre: senza la guida del Partito comunista, in Cina sarebbe il caos.
Credo che quarant'anni siano stati sufficienti per radicare il potere e l'influenza del segretario di Partito del villaggio di Wukan; in caso di rinuncia, il corpo amministrativo ne risulterebbe paralizzato. Certamente sarebbe così, ma il sistema che verrebbe dopo, non avrebbe le difficoltà generate dal terrore?
[…]Menzogna numero quattro: se non si fa uso della violenza per mantenere la stabilità, le masse perdono la testa, spaccano, rompono, saccheggiano e bruciano tutto senza limiti.
Le dimostrazioni di protesta sicuramente possono sfociare in disordini, ma non si tratta di un errore della democrazia, ma del risultato della corruzione del dispotismo.
Anche se le dimostrazioni sfociano in disordini, non è comunque più grave della polizia e dell'esercito che aprono il fuoco sulla gente.
Come dimostrato dalla protesta di Wukan e altri villaggi, i cinesi non vogliono che si infami la democrazia. La ricerca dell’ordine e della razionalità supera il volere egoista dell’ufficiale governativo che opera a suo piacimento in un sistema autocratico.
[…]

Note al testo:

(1) Con l’espressione 维权运动 “Movimento per la difesa dei diritti” si intende quel gruppo di avvocati che senza opporsi al sistema legale vigente, sostiene e difende i diritti civili dei cittadini, attraverso processi legali e attivismo anche mediatico. 
(2) Durante la Protesta di piazza Tian'anmen del 1989, l'editoriale del 26 aprile del Quotidiano del Popolo condannò come illegali le dimostrazioni studentesche. L'editoriale aumentò la tensione tra il governo e i manifestanti, e gli alti dirigenti del PCC discussero se modificarlo.
http://www.tsquare.tv/chronology/April26ed.html

(Traduzione di Lucia De Carlo)

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